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Cosa stiamo facendo? Riflessioni sul perché siamo nel mondo (crypto)

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@ifiwasfrank
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Ho ragionato molto sull'opportunità o meno di scrivere queste righe. Scrivere un articolo di opinione è sempre una questione delicata, ma cercherò di essere diretto e conciso. Perché scrivere un articolo sul recente forte ribasso del mercato crypto? Magari non interesserà a nessuno, ma io stesso qualche anno fa (e poi colpevolmente, di nuovo, qualche mese fa) mi sono trovato ad assistere a turbolenze di mercato e in entrambi i casi ho reagito nel peggiore dei modi.
Non so cosa avrei dato, in quei momenti, per avere qualcuno che mi facesse la fatidica domanda: cosa stai facendo? Tutto ruota intorno a questa semplice, generica ma quanto mai basilare questione.
Prima, però, un po' di storia personale.

Il mio primo approccio alle criptovalute c'è stato nella primavera del 2018, ormai più di tre anni fa, quando il mercato era reduce dal suo massimo storico raggiunto a dicembre 2017. Ad aprile 2018 il prezzo di Bitcoin era dimezzato rispetto a qualche mese prima e io mi ero finalmente deciso ad entrare in questo nuovo mondo. L'aspetto che mi affascinava di più in quel periodo era il mining: mi esaltava l'idea di avere una macchina stampa-Bitcoin in casa e così, incurante di tutte le analisi costi-benefici avverse, presi il mio primo ASIC Antminer S7 di seconda mano della nota casa produttrice Bitmain. Devo ammettere che è stata un'esperienza fantastica, mi sembrava davvero di star sperimentando qualcosa che di lì a poco avrebbe cambiato il mondo. Poi purtroppo ho iniziato ad analizzare i prezzi, ho sperimentato la FUD (acronimo inglese per paura, incertezza e dubbio) e, con l'ulteriore deprezzamento di quell'inverno, ho venduto tutti i centesimi di BTC faticosamente minati nelle pool di Slush pool. Ad averli ancora oggi, avrebbero più che compensato il costo energetico del mining (energia rigorosamente attinta da fonti rinnovabili, caro Elon). A chi do la colpa? Ai parenti e amici con i quali ho discusso della cosa, per avermi scoraggiato e fatto notare unicamente l'instabilità del mercato e non la forza dirompente della tecnologia blockchain. Di chi è in realtà la colpa? Solo mia.

Durante il primo (e di fatto unico) lockdown (marzo - maggio 2020) per ragioni inutili ai fini della narrazione, mi sono trovato a riacquistare BTC dal mio wallet Coinbase (tenuto aperto dai tempi del mining).
Molti di voi ricorderanno che a marzo di un anno fa Bitcoin, come tutti i mercati, aveva accusato il colpo della pandemia e oscillava tra i 4 e i 6000€. Acquistato un tot di BTC e speso quel che dovevo spendere, ho deciso di tenere nel wallet quanto era avanzato. Alla fine di dicembre Bitcoin era di nuovo sulla bocca di tutti. Riaprendo per sbaglio Coinbase ho notato che i miei fondi erano triplicati (il controvalore in euro, s'intende). Il finale della storia lo immaginate da soli: ho venduto i miei Bitcoin quando erano a circa 19000€, pochi giorni prima che iniziassero la loro inarrestabile corsa verso i 50000€. Qui è avvenuto il processo mentale inverso: ho avuto paura di perdere il pump di BTC e quindi ho venduto temendo che il prezzo sarebbe tornato a scendere. Una sorta di FOMO (paura di essere tagliati fuori) al contrario.

Brevi storie tristi, che avrebbero avuto un epilogo diverso se solo mi fossi rivolto la domanda semplice che abbiamo posto a monte: cosa stai facendo? Volendo semplificare all'osso (ma sapendo che il mondo non è bianco e nero ma pieno di sfumature), una volta scoperti e compresi i meccanismi alla base della tecnologia blockchain e delle criptovalute in generale, e avendo accettato l'assunto dell'instabilità dei prezzi data dalla giovane età di questo sistema, un individuo può rapportarsi ad esso in tre modi:

  • Indifferenza: è assolutamente lecito e pacifico che questo mondo possa non piacere, non interessare, non attrarre. Il sistema bancario e finanziario attuale è naufragato (e tenuto in vita artificialmente con i nostri soldi) ormai così tante volte che potremmo definirlo un "morto che cammina". E' così marcio al suo interno che neanche chi ci lavora ci crede più (se vuol essere sincero). Siamo arrivati all'assurdo paradosso in cui lo Stato deve sovvenzionare i più ricchi (direttamente o indirettamente) per garantire al famoso 1% di mantenere una distanza economica abissale dal restante 99%. Il nostro fantomatico Primo Ministro, Mr. Speculazione Mariolino Draghi, in un recente intervento ha ribadito che non è il momento di chiedere soldi (al 1% più ricco), ma solo di darli (comunque in proporzione maggiore a quell'1% che lui stesso rappresenta). D'altra parte, da uno che viene dalla scuola Goldman Sachs (una delle peggiori banche d'investimento al mondo che ha innescato, insieme alle sue simili, la bolla speculativa dei subprime esplosa nel 2008), non potevamo aspettarci niente di meglio. In ogni caso, il mondo è bello perché è vario ed è giusto che chi è affezionato alle vecchie banche continui a farsi svenare (ops, un lapsus), volevo dire continui a servirsi di esse (ai costi abnormi che conosciamo);
  • Speculazione: di gran lunga la categoria più diffusa (della quale ho fatto inconsapevolmente parte anch'io nel secondo episodio raccontato). Lo speculatore ha come unico obiettivo comprare basso e vendere alto, che si tratti di una shit o di una coin con una vera ragion d'essere poco importa, basta che si raggiunga il massimo profitto. E' abbastanza indifferente speculare sulle criptovalute o su titoli tradizionali, s'intende, ma in questa fase della loro storia le criptovalute offrono un habitat perfetto allo speculatore esperto, che sa monetizzare le continue
    altalene di prezzo. Gli speculatori, però, non sono tutti dannosi per il sistema. Offrono liquidità e questo è importante. Inoltre, può sempre capitare che uno speculatore si lasci contagiare dalle meraviglie della blockchain e trovi la vocazione.
  • Vocazione: in ultimo ci sono gli attori che hanno scelto la blockchain come nuovo paradigma di sviluppo economico e tecnologico. Dopo internet, la blockchain è a tutti gli effetti la tecnologia destinata ad influire maggiormente sulla nostra quotidianità, in massima parte in meglio. Di questa categoria fanno indistintamente parte tutte quelle persone che, per un motivo o per un altro, utilizzano fattivamente le criptovalute nel loro quotidiano (blogger, artisti di ogni genere, sviluppatori, gamer, investitori e chi più ne ha più ne metta). A queste persone poco importa che 1 BTC valga 100, 1000, 10000, 100000€, tanto sono consapevoli che nel futuro conterà la quantità di criptovaluta detenuta, non il suo corrispettivo in valuta fiat (fiduciaria, €, $ e simili).

Quando la categoria di coloro che vive il mondo crypto per vocazione supererà di numero quella degli speculatori, anche gli indifferenti potrebbero iniziare a guardare alle criptovalute con occhi diversi (sempre che una nuova crisi economica globale non acceleri il percorso). Intanto secondo diverse ricerche il numero di persone che utilizzano criptovalute ha recentemente superato quota cento milioni e il valore di mercato è quello che conosciamo. Nel mondo siamo quasi otto miliardi. I principali oppositori del passaggio alla moneta digitale libera sono, oltre al settore bancario e assicurativo tutto (anche se sono i primi ad averci investito, statene certi), i governi autoritari e le dittature mascherate da democrazie. Per sua stessa natura, la tecnologia blockchain è altamente resistente ai tentativi di censura. Le criptovalute hanno raggiungo questo traguardo in poco più di dieci anni di storia. Dove pensate che arriveranno tra altri dieci?

Sì, ma tutto questo soliloquio per dire cosa? In breve, questo: il mercato può anche crollare, i vostri amici vi possono anche schernire (anche se fino all'altro ieri vi hanno supplicato di farvi entrare nel giro) e l'equivalente in fiat dei vostri portafogli potrà anche dimezzarsi. Se detenete criptovalute perché credete in questa tecnologia, dovreste godere di questi dump perché ci permettono di accumulare quantità maggiori di fondi rispetto ai periodi di bull market (vi siete di certo accorti che faucet, giochi, blog e simili, in tempo di bear market, pagano di più in termini di crypto).
Se il vostro principale interesse, invece, è massimizzare il profitto nel breve periodo, credo che il mondo crypto non sia affatto ciò che fa per voi.

Fonti: https://medium.com/@mccannatron/12-graphs-that-show-just-how-early-the-cryptocurrency-market-is-653a4b8b2720 https://markets.businessinsider.com/currencies/news/crypto-users-pass-100-million-boomers-gen-x-bitcoin-btc-ethereum-2021-2-1030122720 https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/05/20/draghi-stoppa-letta-sulla-tassa-di-successione-non-e-il-momento-di-prendere-soldi-il-pd-tassare-i-piu-ricchi-e-restituire-ai-giovani/6204471/