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Casus belli

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@tosolini
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Ci siamo, il casus belli sta per scoppiare. O almeno i rumors di questo fine settimana in ambito finanziario si sono scaldati parecchio.

Una delle principali banche di investimento internazionale sarebbe fallita, o in procinto di fallire. Chi? non si sa, ma gli indiziati sono due. Una è una vecchia conoscenza, ne avevo parlato in diversi post, ovvero Deutsche Bank, già attenzionata dalla SEC con tanto di warning. Da anni cerca di coprire le forti esposizioni in crediti deteriorati a seguito di mutui simili ai sub-prime, ma elargiti nell'est europeo.

L'altra è Credit Swisse, incredibile ma vero la banca svizzera da tempo viaggia in acque agitate e lo stesso CEO ha recentemente ammesso il momento di difficoltà. In questo caso le motivazioni sono più generiche, e probabilmente dovute alla progressiva perdita di status che la svizzera aveva nel segreto bancario. Pare infatti che molti portafogli pesanti si siano diretti altrove, ma più in generale la Svizzera non è più quel porto sicuro per il danaro. Ricordiamo infatti che negli anni passati l'effetto delle norme sulla trasparenza bancaria avevano tolto il velo sui conti dei non residenti.

Nel caso Svizzero, se dovesse palesarsi il default, dovranno reggersi sulle loro gambe, cioè l'intervento della Banca Centrale dovrà metterci una pezza. Più complicato il caso tedesco, visto che le norme di Bail-in dovrebbero attivarsi senza l'impiego diretto del nodo centrale. Ma qui il condizionale è d'obbligo perché stiamo parlando della prima banca privata tedesca che, come nazione, detiene al 23% di quote della BCE.

Tradotto, la cannonata sarebbe pesantissima, e probabilmente le onde di rifrazione darebbero il via ufficiale alla crisi finanziaria che è già in atto da tutto il 2022.

Lunedì 3 ottobre sarà interessante vedere cosa succederà nei vari listini e nelle borse. Di certo il caos regna sovrano, dopo la distruzione del nord-stream, l'inflazione anche a causa della guerra, lo "scapottone" finanziario che potrebbe anche portarsi dietro altri istituti, sembra la tempesta perfetta.

Quello che preoccupa è la magnitudo di questi effetti, tutto fa indicare che rispetto alla crisi del 2008 siamo a qualche ordine di grandezza superiore. E noi come italiani praticamente non abbiamo finito di scontare gli effetti precedenti, figurarsi trovarsi nel mezzo di quelli nuovi. Anche perché nel 2008 l'onda da noi arrivò nel 2011-2012, in questo caso dovrebbe essere ben più diretta.




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