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Duemila miliardi

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@tosolini
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No non è il debito dell'Italia, quello gira intorno ai 2700 miliardi, ma il valore di capitalizzazione della Apple Computer.

La cosa interessante è che meno di 24 mesi fa Apple aveva raggiunto i mille miliardi di capitalizzazione. E per arrivare a quella cifra ci aveva messo 38 anni, ovvero da quando appunto era nata la società. In meno di due anni è riuscita a duplicare il valore complessivo.

Come si spiega questa discrasia temporale? In effetti in questi 24 mesi non è che Apple abbia presentato quali rivoluzioni copernicane nel mondo dei computer. Sicuramente ha consolidato il suo brand a livello di immagine, ma il salto quantico da mille a duemila in così poco tempo va ricercato in altre strategie che esulano, almeno in apparenza, da quella del core business.

Apple infatti da oltre 5 anni sta attuando una campagna di buyback, ovvero sta ricomprando le proprie azioni. Si stima infatti che si sia passati da 6.6 miliardi di azioni presenti sui mercati, a poco più di 4. Non è una cosa nuova, moltissimi lo fanno. Ma perché?

E' molto semplice, le azioni che vengono ricomprate di fatto vengono sottratte al mercato. In pratica ci sono meno azioni in giro, e se ci sono meno azioni e le volete comprare avrete più difficoltà a reperirle. Questo farà innalzare in modo marcato il prezzo delle azioni stesse.

Per chi bazzica sul Bitcoin avrà colto una certa similitudine proprio con il numero finito di coin e del probabile aumento di prezzo dovuto proprio alla scarsità intrinseca di reperire la moneta.

Tradotto, la domanda supera l'offerta e il prezzo sale.

Image by PublicDomainPictures from Pixabay

Apple ha una considerevole liquidità che gli permette in parte di fare anche questo, ma il buyback in realtà è preso a debito. Infatti proprio in questi ultimi due anni il momento è propizio, ovvero il costo del denaro è bassissimo, come sappiamo quasi vicino allo zero. Questo significa che un'azienda forte come quella di Cupertino, può chiedere prestiti con tassi ridicoli. Questi prestiti vengono usati proprio per attuare il Buyback, generando di fatto un ritorno economico passivo elevatissimo perché il valore come abbiamo visto è raddoppiato.

Va da se che il Buyback rallenterà considerevolmente proprio in virtù dell'aumento di prezzo della singola azione. Però la notizia stessa di un rallentamento farebbe abbassare il prezzo che verrebbe immediatamente neutralizzato da un nuovo Buyback.

Questo mi riporta alla parabola del "piove sul bagnato", cioè quando raggiungi un certo livello è molto probabile che determinate situazioni diventano facili o addirittura totalmente passive generando una sorta di miglioramento indotto che pare non avere mai fine... appunto pare, è li che si nasconde l'insidia. Proprio il ban di tik-tok in Cina o altre situazioni simili potrebbero causare un crollo di oltre il 30% delle vendite del mela-fonino.

Non un dramma dal punto di vista strategico-industriale, ma da quello azionario si... e il buyback eccolo che potrebbe "ricicciare" fuori facendo artificiosamente rialzare di nuovo il prezzo.

Insomma come la giri questi cascano in piedi. Ah.. a proposito, il financial chief dietro queste strategie è italiano.